giovedì 27 ottobre 2011

Lavoro boia



«Nella sua passione cieca, nella sua ghiottoneria di lavoro straordinario, il capitale sorpassa non soltanto i limiti morali, ma anche l'estremo limite fisiologico della giornata di lavoro. Esso usurpa il tempo che esigono la crescita, lo sviluppo ed il mantenimento del corpo in buona salute. Esso ruba il tempo che dovrebbe venir impiegato a respirare l'aria libera ed a godere della luce del sole. Esso lesina sul tempo dei pasti e l'incorpora, tutte le volte che lo può, al processo stesso della produzione, in modo che il lavoratore, ridotto a semplice strumento, si vede fornire il nutrimento come si fornisce di carbone il fornello, d'olio e di sego la macchina.

Riduce il tempo del sonno, destinato a rinnovare e a rinfrescare la forza vitale, al minimo di ore di pesante torpore senza il quale l'organismo sfinito non potrebbe più funzionare... Il capitale non si occupa affatto della durata della forza di lavoro.

Quello che soltanto lo interessa, è il massimo che può esserne spesa in una giornata. Egli raggiunge il proprio scopo abbreviando la vita del lavoratore, come un agricoltore avido ottiene dal terreno il più forte rendimento esaurendone la fertilità.»
(Karl Marx)

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